14 luglio 2008

Capo Norte, anno 1851

«Chi parte da Ammerfesto per il Capo Norte non può dire se o quando vi giungerà, e molto meno quando ne farà ritorno: il viaggio può durare uno, due, tre, dieci, venti, trenta giorni secondochè il vento spira propizio o contrario, ed il viaggiatore è spesso costretto a trattenersi per molto tempo nelle isole intermedie.
Non ostante tali notizie, le quali non invitavano a fare quel viaggio, io deliberai d'intraprenderlo sin dal mio arrivo in Ammerfesto, e apparecchiatomi ad esso, la mattina del dì 30 di Luglio partii assai per tempo su di una grossa barca con il mio compagno Hartmann e con quattro forti ed esperti marinai norvegesi.
Le acque del golfo di Ammerfesto erano allora quasi tranquille, e quantunque il vento non fosse al tutto propizio, pure i marinai avevano messo la gran vela quadra, che distingue le barche norvegesi da tutte le altre.
Ma le acque del mare, quasi calme vicino ad Ammerfesto, furono da noi trovate a poco a poco più agitate nel canale ed agitatissime in alto mare non tanto per un forte vento di maestro che allora soffiava contrario in parte al nostro viaggio, quanto per cagione di una tempesta seguita nel giorno innanzi.
Noi solcavamo colà le onde del Mare Ghiacciato, che libero e senza sponde si estende verso il polo ed è sempre gravido delle tempeste proprie e di quelle che in esso cagionano i flutti irati e mugghianti del Grande Oceano Atlantico e del Mare Bianco.
Ciò non ostante continuammo di là a navigare in alto mare per quasi due ore, finché i patimenti che io ne soffersi mi ridussero in tale stato da non potere più andare avanti.
Considerai allora che la mia persona già resa debole per i tanti disagi sofferti in Lapponia, non avrebbe potuto resistere a quei nuovi patimenti onde sarei giunto forse ammalato all'Isola di Magheroe, o almeno in tale stato da non potere andare per le valli e per i monti di essa in cerca di piante.»

– "Viaggio per le parti settentrionali di Europa fatto nell'anno 1851 da Filippo Parlatore", Tipografia di Felice Le Monnier, Firenze, 1854, estratti dalle pagg. 298-299