2 giugno 2019

Montaigne: il nostro agire è un altro sognare, e la nostra veglia una specie di sonno?

«Quelli che hanno paragonato la nostra vita a un sogno, hanno avuto ragione, forse più di quanto pensassero. Quando sogniamo, la nostra anima vive, agisce, esercita tutte le sue facoltà, né più né meno di quando è sveglia. Ma se le esercita più debolmente e oscuramente, non è certo di tanto che vi sia differenza come dalla notte a una luce viva. Piuttosto come dalla notte all’ombra. Là dorme, qui sonnecchia. Più e meno. Sono sempre tenebre, e tenebre cimmerie. Noi vegliamo dormendo, e vegliando dormiamo.
Io non vedo tanto chiaro nel sonno. Ma quanto al vegliare, non lo trovo mai abbastanza netto e senza nubi. Inoltre il sonno nella sua profondità addormenta talvolta i sogni. Ma il nostro vegliare non è mai tanto sveglio da eliminare e dissipare del tutto i vaneggiamenti: che sono i sogni di quelli che sono svegli, e peggio che sogni.
Dato che la nostra ragione e la nostra anima accolgono le fantasie e le opinioni che nascono in esse dormendo, e danno autorità alle azioni dei nostri sogni allo stesso modo che a quelle del giorno, perché non dovremmo domandarci se il nostro pensare e il nostro agire non sia un altro sognare, e la nostra veglia una specie di sonno?»

– M. De Montaigne, Les Essais, II, XII. Trad. it. di F. Garavini (in M. De Montaigne, Saggi, a cura di F. Garavini e A. Tournon, Bompiani 2018, p.1103)