7 gennaio 2018

Keats: Perché non posso parlare della tua Bellezza?

«La tua lettera mi ha dato un piacere che niente al mondo all'infuori di te può darmi: e sono davvero sorpreso che una persona assente possa avere un potere tanto forte sui miei sensi come quello che sento. [...] Tutti i miei pensieri, le mie notti e i miei giorni più infelici non mi hanno affatto curato, mi accorgo, dell'amore del Bello, ma l'hanno reso così intenso che sto male per il fatto che non sei con me: oppure vegeto in una sorta di pazienza passiva che non si può certo chiamare Vita.
[...]
Parli di "gente orrenda" e mi chiedi se dipende da loro il poterti rivedere. Cerca di capirmi, amore. Ti ho così dentro il cuore che mi trasformerò in un tuo Guardiano se qualcuno dovesse farti del male. Non voglio altro che Piacere nei tuoi occhi, e Felicità nei tuoi passi. Vorrei vederti tra quei divertimenti che più si addicono alle tue inclinazioni e al tuo carattere; così che il nostro amore sia una gioia in più tra tanti Piaceri, piuttosto che un rifugio dalle preoccupazioni e dagli affanni. Ma dubito che, nel caso peggiore, io sia all'altezza di quello che dico: se vedessi che la mia determinazione ti fa soffrire, vi rinuncerei subito.

Perché non posso parlare della tua Bellezza, dal momento che senza di essa non ti avrei mai amato? Non riesco a immaginare che un amore come questo avrebbe potuto cominciare senza la tua Bellezza. Ci sarà senz'altro, e non ho intenzione di ridicolizzarlo, un amore per il quale posso avere il massimo di rispetto e che posso ammirare negli altri: ma non ha certo la ricchezza, la freschezza, la pienezza, e l'incanto dell'amore che provo io. Dunque lasciami parlare della tua Bellezza, anche se a mio rischio e pericolo; perché potresti essere così crudele da provare su un altro il suo Potere. 
[...]»

– John Keats, lettera a Fanny Brawne, Shanklin, Isola di Wight, giovedì 8 luglio 1819

 (tr. it. di Nadia Fusini, Feltrinelli, 2016, pp. 170-171)