8 giugno 2017

Nietzsche: Manca ai più la coscienza intellettuale

«Faccio sempre di nuovo la stessa esperienza e sempre di nuovo mi ribello ad essa: non voglio crederci, benché lo tocchi con mano: manca ai più la coscienza intellettuale; anzi spesso ho avuto quasi l'impressione che se si esige una tale coscienza, si finisce per essere soli nelle più popolose città, come nel deserto. Ognuno ti guarda con occhi estranei e continua a maneggiare la sua bilancia, chiamando bene questo e male quest'altro; nessuno s'imporpora dalla vergogna, se gli fai notare che questi pesi non sono giusti, ciò non suscita neppure indignazione contro di te: semmai si ride del tuo dubbio. Voglio dire: i più non trovano disprezzabile credere questo o quello e vivere conformemente a questa credenza, senza essersi prima resi consapevoli delle ultime e più fondate ragioni a favore e contro, e senza nemmeno essersi data, più tardi, la pena di cercare siffatte ragioni: gli uomini più dotati e le più nobili donne appartengono ancora a questi "più". Ma che cosa è per me bontà d'animo, finezza di sensibilità e genio, se l'uomo dotato di tali virtù tollera in sé sentimenti fiacchi nel credere e nel giudicare, se l'esigenza della certezza non costituisce per lui la più intima delle sue brame e la più profonda delle sue necessità –essendo questo ciò che distingue gli uomini superiori da quelli inferiori!
In certa gente pia trovai odio contro la ragione e ne fui loro grato: così se non altro si tradiva ancora la cattiva coscienza intellettuale! Ma piantarsi in mezzo a questa rerum concordia discors e all’intera meravigliosa incertezza e ambiguità dell’esistenza e non porre dei problemi, non tremare dalla brama e dal piacere di porre problemi, senza neppure odiare colui che li pone, e magari forse divertendosi fiaccamente alle sue spalle - questo è quel che io sento spregevole ed è questa sensazione che io cerco innanzi tutto in ciascuno: non so per quale follia torno sempre a persuadermi che ogni uomo, in quanto uomo, possieda questa sensazione.»

– Friedrich Nietzsche, La gaia scienza, 1882 (tr. it. di Ferruccio Masini)