20 giugno 2017

Il decisivo contributo della genetica al dibattito sulla migrazione ariana (rassegna)

- www.thehindu.com/sci-tech/science/how-genetics-is-settling-the-aryan-migration-debate

The Hindu: How genetics is settling the Aryan migration debate (di Tony Joseph)

«La questione più spinosa e combattuta nella storia indiana sta lentamente arrivando a una risoluzione: è vero che quelle genti che parlavano una lingua indoeuropea e che si davano il nome di ariani arrivarono in India in un periodo tra il 2.000 aC e il 1.500 aC, quando la civiltà della Valle dell'Indo era giunta alla conclusione, portando con sé il sanscrito e un insieme distintivo di pratiche culturali? La ricerca genetica, basata su una valanga di nuove prove, sta facendo convergere gli scienziati in tutto il mondo su una risposta inequivocabile: sì, è vero.
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Fino a poco tempo fa, solo i dati basati sull'mtDNA (o DNA matrilineare, trasmesso da madre a figlia) erano disponibili, e sembravano suggerire che negli ultimi 12.500 anni non si fossero verificati apporti esterni significativi nel pool genetico degli indiani. I nuovi dati basati sull'Y-DNA (DNA patrilineare) hanno invece invertito questa conclusione, adducendo forti evidenze di influssi genetici esterni nelle stirpi indiane di linea maschile durante il periodo in questione.
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In questo studio, intitolato "A Genetic Chronology for the Indian Subcontinent Points to Heavily Sex-biased Dispersals", un gruppo di sedici scienziati guidati dal prof. Martin P. Richards dell'Università di Huddersfield nel Regno Unito ha concluso: "L'afflusso genetico dall'Asia centrale nell'età del bronzo era fortemente maschile, coerente con la struttura sociale patriarcale, patrilocale e patrilineare attribuita all'antica società pastorale indoeuropea. Ciò faceva parte di un processo molto più ampio di espansione indoeuropea, con origine primaria nella regione pontico-caspica, che portò a una diffusione di lignaggi di dna patrilineare strettamente imparentati tra loro in una vasta porzione dell'Eurasia tra 5.000 e 3.500 anni fa".
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Quindi, per riassumere: R1a è diffuso in tutta Europa, Asia centrale e Asia meridionale; il suo sottogruppo Z282 è diffuso solo in Europa, mentre un altro sottogruppo Z93 è diffuso solo in alcune parti dell'Asia centrale e dell'Asia meridionale; e tre principali sottogruppi di Z93 sono diffusi solo in India, Pakistan, Afghanistan e nell'Himalaya. Questo quadro chiaro della distribuzione di R1a ha finalmente messo fine a un'ipotesi precedente secondo la quale questo aplogruppo si sarebbe originato in India e poi diffuso all'esterno. Questa ipotesi si basava sull'assunzione erronea che i rami di R1a in India mostrassero una grande diversità rispetto ad altre regioni, fatto che indicherebbe che la sua origine si trova qui. Come afferma il prof. Richards, "l'idea che R1a sia molto diversificato in India, che è stata fondata in gran parte su dati genetici confusi, è stata messa a tacere" grazie all'arrivo di un gran numero di dati dell'Y-DNA.
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Nessuno spiega meglio di Reich ciò che sta accadendo: "Quello che è avvenuto in maniera molto veloce e radicale negli ultimi anni è stata un'esplosione di studi dei genomi umani basati sul DNA moderno e antico, e ciò è stato reso possibile dalle tecnologie della genomica e dell'aDNA (DNA antico, ottenuto da antichi campioni biologici). È in atto una corsa all'oro; c'è una nuova tecnologia e la stiamo applicando a tutto ciò cui possiamo applicarla, e ci sono molti frutti, molte pepite d'oro sparse per terra che vengono raccolte molto rapidamente".
Finora abbiamo esaminato solo le migrazioni di genti di lingua indoeuropea perché questo è stato l'evento storico maggiormente discusso. Ma non bisogna perdere di vista il quadro più ampio: i rami basati su R1a formano solo il 17,5% del dna patrilineare indiano e una percentuale ancora minore di quello della linea femminile. La stragrande maggioranza degli indiani deve la sua origine principalmente a persone provenienti da altre migrazioni, a partire dalle migrazioni originarie dall'Africa tra 55.000 e 65.000 anni fa, o dalle migrazioni legate alla diffusione dell'agricoltura provenienti dall'Asia occidentale probabilmente avvenute in ondate multiple dopo il 10.000 aC, o dalle migrazioni di popoli di lingue austroasiatiche come i Munda dall'Asia orientale, la cui datazione deve ancora essere stabilita, o dalle migrazioni di popoli di lingue tibeto-birmane come i Garo, sempre dall'Asia orientale e sempre con datazione ancora da stabilire.
Ciò che è evidente è che siamo una civiltà dalle molteplici origini, che deriva i suoi impulsi culturali, la sua tradizione e le sue pratiche da un'ampia varietà di stirpi e storie di migrazione. I primi migranti dall'Africa, intrepidi pionieri dell'esplorazione che hanno originariamente scoperto questa terra e vi si sono stabiliti, e le cui stirpi formano ancora il fondamento della nostra popolazione; coloro che arrivarono successivamente con un bagaglio di tecniche agricole e crearono la civiltà della Valle dell'Indo, le cui idee e pratiche culturali arricchiscono forse ancora gran parte delle nostre tradizioni; coloro che sono arrivati dall'Asia orientale, probabilmente portando con sé la pratica della coltivazione del riso e tutto ciò che ne deriva; coloro che sono venuti più tardi con una lingua chiamata sanscrito, e le credenze e usanze associate, e hanno rimodellato in maniera fondamentale la nostra società; e infine coloro che sono venuti ancora più tardi, per il commercio o per la conquista, e hanno scelto di rimanere. Tutti si sono mescolati e hanno contribuito a questa civiltà che chiamiamo India. Siamo tutti migranti.»

(trad. mia)