19 luglio 2011

The Sunset Limited (McCarthy): Io anelo all'oscurità

Film del 2011 prodotto per il canale televisivo americano via cavo HBO, tratto dall'omonima opera teatrale di Cormac McCarthy (The road, Non è un paese per vecchi) e diretto da Tommy Lee Jones.
Black (Samuel L. Jackson) ha salvato White (Tommy Lee Jones) dal tentato suicidio per mezzo del treno Sunset Limited. Tra i due ha luogo un confronto su diverse visioni del mondo: quella religiosa di Black e quella nichilista di White. Alla fine, White, stanco di discutere, passa all’affondo che conclude il film, mentre il sole sta per sorgere, in un'alba priva di speranza e dal sapore beffardo.

«Io anelo all'oscurità. Prego che arrivi la morte, la morte vera.
Se pensassi di incontrare da morto le persone che ho conosciuto in vita non so cosa farei. Sarebbe l’orrore definitivo, l’incubo definitivo. Se pensassi che stessi per incontrare di nuovo mia madre e ricominciare tutto questo daccapo, ma stavolta senza la prospettiva che la morte venga a consolarmi... be' quello sarebbe l'incubo finale, Kafka al quadrato.
[...]
Nessuna comunità. Sento che mi si scalda il cuore solamente a pensarlo! Buio assoluto, solitudine, silenzio, pace. Tutto nell'arco di un battito di ciglio.
Io non credo che il mio stato mentale sia solo una visione pessimistica del mondo; il mondo è così, non esistono altre verità. L'evoluzione, e questo è inevitabile, non può fare a meno di condurre l'intelligenza umana alla consapevolezza di una cosa che è di fondamentale importanza, e vuoi sapere cos'è questa cosa? La futilità.
[...]
Se la gente potesse vedere il mondo per quello che è, se vedesse la propria vita per quello che è, senza sogni né illusioni, credo che non troverebbe un singolo motivo per non scegliere di morire il prima possibile.
[...]
Detesto questo ruolo, dover impersonare il cinico del villaggio, che non sa fare altro che vilipendere dalla mattina alla sera qualcosa di cui nega innanzitutto l'esistenza, che è davvero paradossale.
[...]
Mostrami una religione che sappia preparare l'uomo al nulla, alla morte; Quella è una chiesa in cui potrei entrareLa tua prepara solo per più vita, per altri sogni e illusioni, altre bugie. Se non avessero paura della morte, tutti sceglierebbero di andarsene. Chi vivrebbe quest'incubo, se non ne temesse uno peggiore?
L'ombra della scure pende sopra ogni piccola gioia. Ogni strada termina con la morte, ogni amicizia, ogni amore.
Tormento, tradimento, lutto, dolore, sofferenza, vecchiaia, indegnità, lunghe e insopportabili malattie... e alla fine di tutto una sola conclusione, per te e per tutti e per ogni cosa a cui tieni e alla quale hai scelto di legarti. Ecco la vera comunità, la vera fratellanza di cui tutti siamo membri a vita.
E mi vieni a dire che la mia salvezza sta in mio fratello? Mio fratello? Allora io lo maledico mio fratello. Sì, lo odio e lo maledico sotto qualsiasi forma e sembianza. Se mi rivedo in lui? Certo che mi ci rivedo. E quello che vedo mi disgusta.
[...]
La rabbia, di fatto, la provo solo nei giorni migliori. La verità è che non me ne è rimasta molta. La verità è che le forme che vedo si sono svuotate, lentamente. Non hanno più nessun contenuto. Non sono nient'altro che figure... un treno, un muro, un mondo, un uomo... una cosa che penzola con la sua espressione insensata in mezzo a un vuoto ululante, la cui vita e le cui parole non hanno nessun significato. Perché dovrei cercare la compagnia di una cosa simile?»

(trascrizione della versione doppiata del film, da me in parte rimaneggiata per una maggiore fedeltà al testo originale)

(ORIGINALE:
«I long for the darkness. I pray for death, real death.
And if I thought that in death I would meet the people I knew in life, I don’t know what I would do. That would be the ultimate horror, the ultimate nightmare.
If I thought I was gonna meet my mother again and start all of that all over, only this time without the prospect of death to look forward to, that would be the final nightmare, Kafka on wheels.

[…]
Show me a religion that prepares one for nothingness, for death.That’s a church I might enter. Yours prepares one only for more life, for dreams and illusions and lies.
Banish the fear of death from men’s hearts… they wouldn’t live a day.
Who would want this nightmare but for fear of the next?
The shadow of the axe hangs over every joy.
Every road ends in death, every friendship, every love.
Torment, loss, betrayal, pain, suffering, age, indignity, hideous lingering illness… and all of it with a single conclusion for you and every one and every thing you have ever chosen to care for. That is the true brotherhood, the true fellowship. And everybody is a member for life.
You tell me that my brother is my salvation? My salvation? Well, then damn him. Damn him in every shape and guise and form. Do I see myself in him? Yes, I do. And what I see sickens me.
[…]
Rage is really only for the good days. The truth is there’s little of that left.
The truth is that the forms I see have been slowly emptied out. They no longer have any content. They’re shapes only… a train, a wall, a world, a man… a thing dangling in senseless articulation in a howling void, no meaning to its life, its words. Why would I seek out the company of such a thing?
»)