3 giugno 2018

Il declino del libero arbitrio e la nostra concezione di giustizia (rassegna)

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Corriere della Sera La Lettura: Decidi tu o i tuoi neuroni? Il declino del libero arbitrio (di Patrick Haggard e Sofia Bonicalzi)

«I pionieristici esperimenti di Benjamin Libet negli anni Ottanta e una serie di studi successivi hanno suggerito che le decisioni coscienti di agire sono precedute da processi neurali inconsci che potrebbero rivelarsi determinanti nell’innescare le azioni. [...]
Queste scoperte, le cui conclusioni teoriche restano controverse, tendono a ridimensionare e decostruire l’idea tradizionale per cui la mente causa coscientemente le azioni. In particolare, il mito cartesiano della separazione fra mente e corpo non trova posto in un resoconto scientificamente attendibile di come vengono attuate le azioni volontarie. Tuttavia, le scienze che investigano i processi volizionali non si limitano a decostruire il dualismo, ma affrontano altre domande. Come avvengono le scelte volontarie? E che relazione c’è fra i meccanismi neurali che regolano le scelte e l’esperienza soggettiva delle nostre azioni?
[...] [...]
Recentemente, [...] il lavoro di Aaron Schurger, un neuroscienziato dell’Inserm di Parigi, ha messo in discussione convinzioni radicate su come ragioni e motivazioni contribuiscano alle azioni. Negli esperimenti di Libet, ai partecipanti era chiesto di compiere un’azione volontaria, scegliendo liberamente quando farlo. Modificando lo schema di Libet, Schurger ha mostrato come sia il momento in cui l’azione si verifica, sia il precedente aumento di attività neurale inconscia nei lobi frontali potrebbero essere determinati da fluttuazioni casuali dell’attività elettrica del cervello. Se le azioni volontarie sono il risultato di processi casuali o stocastici, che sembrano avere poco a che fare con scelte consapevoli relative a quando agire, come possiamo definirle "nostre", e dirci responsabili per averle compiute?
I dibattiti neuroscientifici hanno importanti implicazioni normative. Responsabilità morale e punibilità delle azioni sono aspetti essenziali del nostro modo di vivere. La comprensione dei meccanismi che regolano le azioni è decisiva per salvaguardarlo e migliorarlo. Si pensi al fatto che i disturbi dei processi volizionali (cioè relativi all’atto della volontà) sono comuni in diverse patologie neurologiche e psichiatriche. In molti sistemi legali, esse possono giustificare o esonerare da responsabilità e sanzioni. Tuttavia, le azioni di individui adulti sani dipendono nello stesso modo da meccanismi neurali e circuiti cerebrali. Ci si potrebbe chiedere se punire un individuo per le conseguenze di processi neurali meccanicistici (e quindi per il fatto di avere un certo tipo di cervello) corrisponda alle nostra concezione di giustizia. La domanda resta aperta e di difficile soluzione.»