11 novembre 2013

Camus: Questa densità e questa stranezza del mondo costituiscono l'assurdo

«Ecco l’estraneità: accorgersi che il mondo è "denso", intravedere fino a che punto una pietra sia estranea e per noi irriducibile, con quale intensità la natura, un paesaggio possano negarci. Nel fondo di ogni bellezza sta qualche cosa di inumano, ed ecco che le colline, la dolcezza del cielo, il profilo degli alberi perdono, nello stesso momento, il senso illusorio di cui noi li rivestivamo. Per un secondo non lo comprendiamo più, e perché per secoli non avevamo capito in esso che le figure e i disegni che gli avevamo antecedentemente attribuiti, e perché ormai ci mancano le forze per servirci di tale artificio. Il mondo ci sfugge, poiché ritorna se stesso. Le scene, travisate dall’abitudine, ridiventano ciò che sono e si allontanano da noi. Come succede certi giorni, in cui, sotto il volto familiare di una donna, ritroviamo quasi una straniera in quella che mesi o anni addietro avevamo amata, forse finiamo per desiderare anche ciò che ci rende improvvisamente tanto soli.
Questa densità e questa stranezza del mondo costituiscono l'assurdo.»


– Albert Camus, Il mito di Sisifo (tr. it. di Attilio Borelli)